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| WASHINGTON (Usa), 3 ottobre 2009 - "Si può giocare bene e non vincere". Con questa metafora sportiva, il presidente americano Barack Obama ha commentato la sconfitta di Chicago nella corsa all'organizzazione dell'Olimpiade 2016. "Anche se avrei preferito tornare con notizie migliori da Copenhagen, non potrei essere più orgoglioso di così", ha aggiunto il presidente al suo ritorno in patria. Obama è stato il primo presidente americano a impegnarsi in prima persona per una candidatura olimpica, e le aspettative create dal suo arrivo in Danimarca per perorare la causa della sua città di adozione davanti al Comitato olimpico internazionale hanno ampliato la delusione della sconfitta. Il presidente ha tuttavia difeso il suo impegno: "Sono orgoglioso di essere potuto andare e di essermi impegnato personalmente", ha dichiarato. Poi Obama ha reso omaggio alla scelta di Rio de Janeiro, chiamandola "un evento storico", e ha riferito di aver telefonato al presidente brasiliano Lula per congratularsi con lui, durante il volo che lo riportava in patria da Copenhagen.ù Barack Obama sembra avere trovato nel collega brasiliano Ignacio Lula la sua bestia nera, almeno in campo sportivo. Quando i due leader si erano incontrati in luglio al G8 di L'Aquila Obama aveva dovuto fare i complimenti al collega per la vittoria del Brasile sulla nazionale Usa alla Confederations Cup in Sud Africa, un emozionante 3-2 dopo che la squadra statunitense era stata in vantaggio per 2 a 0. Lula si era presentato all'incontro con un dono: una maglietta della nazionale brasiliana, la numero cinque, con le firme di tutti i giocatori. L'inquilino della Casa Bianca aveva ringraziato per il dono, ma aveva ammonito: "Ricordati, questa è l'ultima volta che ci facciamo rimontare due reti". I due presidenti si sono trovati di nuovo in competizione a Copenaghen per le Olimpiadi 2016. E di nuovo è toccato a Obama fare al collega le congratulazioni per la vittoria di Rio de Janeiro, che nella volata finale aveva come avversaria Madrid. A rendere ancora più ironica la situazione ha contribuito il fatto che il Brasile aveva "scippato" ad Obama anche il suo famoso slogan elettorale facendolo diventare "Rio? Yes, we can".
secondo me era meglio madrid...
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